Hong Kong

Luci al neon, grattacieli infiniti, la città avvolta in una bolla d’aria umida. La mia prima volta in Asia. L’impatto è pazzesco: fiumi di gente, “din din” (tram a due piani) che sferragliano, mercati che si contendono le zone vendendo le cose più disparate: dai vestiti all’artigianato passando per lo street food ai pesciolini ed altri animali. Mi sono ritrovata catapultata in un mondo di rumori, suoni, odori di questa Cina non Cina. L’aria di metà ottobre a tratti mi sembra irrespirabile, eppure mi sento viva.

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DSC00826Templi che non ti aspetti fanno capolino tra i grattacieli. Un microcosmo di luci e ombre di un film di Wong Kar Wai.

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Porterò con me tutto questo e oltre. Ricorderò i sapori dei Dim sum nei localini dove l’unica occidentale ero io, farsi scacciare il malocchio dalle signore “picchia cattivi” , la funicolare più ripida al mondo con la sua vista pazzesca dalla cima di Victoria peak.

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Hong Kong è una città che si sviluppa vertiginosamente in altezza, ma dietro alle insegne luminose dei negozi sfavillanti e le luci al neon si nasconde l’altra faccia del progresso: palazzoni ammassati l’uno sull’altro che racchiudono i sogni e le speranze stipati in pochi metri quadrati.  Il concetto di spazio è molto diverso da quello in Occidente. Qui è raro e prezioso.

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Consigli:

  • Ci sono diversi posti, anche catene con una stella Michelin, a prezzi ridicoli, dove assaggiare i Dim sum ( e non c’è nulla di male, l’ho provato anche io), però i locali più caratteristici con un’anima vera sono altri: quello in via Lin Leung Kui è un’esperienza sensoriale ed è stato come trovarsi pr caso in un film.
  • Le stazioni delle metro, al contrario di quanto si creda, sono pulitissime ed è vietato bere bevande ( se ti vedono con una bevanda in mano, non dovrebbero farti una multa, ma ti avvisano di non bere durante il percorso).
  • Un libro in valigia: “Un indovino mi disse” di T. Terzani

 

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